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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 52
 
originale
 
[52] Immo enim si uerum uelis, Aemiliane, tu potius caducus qui iam tot calumniis cecidisti. neque enim grauius est corpore quam corde collabi, pede potius quam mente corruere, in cubiculo despui quam in isto splendidissimo coetu detestari. at tu fortasse te putas sanum, quod non domi contineris, sed insaniam tuam, quoquo te duxerit, sequeris. atqui contende, si uis, furorem tuum cum Thalli furore: inuenies non permultum interesse, nisi quod Thallus sibi, tu etiam aliis furis. ceterum Thallus oculos torquet, tu ueritatem, Thallus manus contrahit, tu patronos, Thallus pauimentis inliditur, tu tribunalibus; postremo ille quidquid agit in aegritudine facit, ignorans peccat: at tu, miser, prudens et sciens delinquis, tanta uis morbi te instigat; falsum pro uero insimulas, infectum pro facto criminaris, quem innocentem liquido scis, tamen accusas ut nocentem.
 
traduzione
 
Anzi, a dire il vero, tu piuttosto caduco, Emiliano, che sei caduto ormai sotto il peso di tante calunnie. Infatti non ? pi? grave cosa il deliquio del corpo che quello dello spirito, andar gi? col piede anzich? col cervello, essere coperti di sputi nella propria camera che di maledizioni in questa cos? splendida assemblea. Forse ti credi sano perch? non sei chiuso in casa e segui la tua pazzia dovunque essa ti conduca. Eppure, confronta, se vuoi, il tuo furore con quello di Tallo; troverai che la differenza non ? molta, se non che Tallo infuria con s?, tu anche con gli altri; Tallo storce gli occhi, tu la verit?; Tallo contrae le mani, tu gli avvocati; Tallo batte la testa contro il pavimento, tu contro il tribunale; finalmente, egli, qualunque cosa faccia, la fa per malattia, pecca senza avvedersene: tu, miserabile, pecchi previdente e sciente, tanta ? la violenza del male che ti ist?ga; insinui il falso, come vero; ci? che non ? fatto incolpi come fatto; colui che ti risulta con certezza innocente, accusi tuttavia come colpevole.
 

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